Leandro Alberti e l'Imperiale
Nel 1550 Leandro Alberti descrive le essenze originariamente presenti nei giardini dell'Imperiale «Tacerò li vaghi Giardini, chi sono congiunti con detto Palagio, ne liquali (oltro all’ornato da quelli ritrovansi d’ogni maniera d’alberi fruttiferi e parimente le Topie coperte di ogni spetie di viti. Sarei molto lungo se volesse discrivere l’ordine delle pareti di Busso, Mortella, Ruose, Ramerini e d’Alloro, delle quali sono partiti, e anche intorniati detti Giardini. Invero p


Sebastiano Serlio e l'Imperiale
La struttura terrazzata dell'Imperiale viene citata già nel '500, insieme a Villa Madama di Raffaello, nel trattato di Sebastiano Serlio come esempio di costruzione a ridosso di un terreno in pendenza e più precisamente di: «Fabbricar presso un monte: ove […] per le acque che di continuo de le pioggie corrono a l’ingiù, e conducono ancora il terreno per le parti più basse, bisogna appoggiarsi a tal monte con simile edificio […].
Girolamo Genga, al colle imperiale fuor di Pes


Il giardino segreto
Nel 1537, mentre i lavori alla villa stavano volgendo al termine, arrivavano i primi cedri e limoni per il giardino segreto, direttamente da Savona, luogo d'origine della famiglia Della Rovere. L'ambasciatore Stefano Vigerio Della Rovere scrive alla Duchessa Eleonora: "Li cedri stanno bene et ve n’è uno de quelli fantastichi de Saona che fa delli fiori assai; se l’inverno non disturba, spero al suo ritorno ne vederà li frutti."
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